Riproduzione trota Fario

In questi giorni sui fiumi Nera e Corno della Valnerina si sono riscontrati i primi letti di riproduzione delle trote Fario, un evento della natura che ogni anno si ripete grazie alla elevata vocazione in tal senso di questi ecosistemi acquatici. Si tratta delle prime trote, in genere gli esemplari di taglia maggiore, favorite da particolari condizioni ambientali relativi alla portata idrica e alla temperatura dell’acqua. In genere il periodo della riproduzione si estende tra dicembre e gennaio e le aree di deposizione vengono scelte in acque basse e correnti, con fondo ghiaioso e sgombro da vegetazione sommersa. Le zone di riproduzione, detti letti di frega, sono facilmente visibili per delle modeste aree in cui la ghiaia è stata movimentata per effetto dello sfregamento con l’addome della femmina avvenuto durante la deposizione e copertura delle uova, che rimarranno così protette da predatori e dalla luce per circa 40 giorni (arco temporale sui fiumi della Valnerina quando nel periodo interessato si mantiene una temperatura dell’acqua intorno a 10 C°) prima di schiudere; dopo circa ulteriori 40 giorni si avranno le prime trotelle in grado di alimentarsi. L’intero ciclo riproduttivo della trota Fario, rispetto alle restanti specie ciprinicole in cui la deposizione e schiusa delle uova avviene in pochissimi giorni nei mesi più caldi di primavera ed estate, può essere compromesso da interferenze causate da condizioni naturali o antropiche qualora producano alterazioni dell’alveo e quindi dei letti di frega; tra i più frequenti, ondate di piena invernali, manovre idrauliche causate dagli impianti di regimazione tali da generare variazioni repentine di portata idrica o interventi in alveo di manutenzione idraulica. A fronte di ciò, le attuali normative vigenti vietano qualsivoglia attività in alveo dal 1° novembre al 31 di aprile di ogni anno proprio per prevenire compromissioni dei cicli riproduttivi. In questo periodo risulta fondamentale che l’attività di vigilanza sia ulteriormente rafforzata per prevenire eventuali compromissioni, ma soprattutto per impedire che si possano compiere anche atti di bracconaggio derivanti dall’esercizio della pesca sportiva che in questo periodo non è consentita.