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Avviato il monitoraggio del periodo riproduttivo della fauna ittica in Valnerina

Avviato il monitoraggio del periodo riproduttivo della fauna ittica in Valnerina

Legambiente Umbria: monitoraggio fondamentale per la conservazione degli ecosistemi acquatici e individuare adeguate misure di conservazione

Con l’avvio della fase di riproduzione in natura delle trote, nei giorni scorsi è partito anche il monitoraggio, da parte di Legambiente Umbria, delle condizioni fisiche, morfologiche e qualitative delle acque dei corsi d’acqua della Valnerina.

In particolare i volontari e le Guardie ittiche dell’associazione ambientalista controlleranno l’andamento della fase riproduttiva, intervenendo prontamente in eventuali situazioni che possano creare eventuali compromissioni come repentine modifiche alle portate, scarichi e interferenze in alveo.

“Questo è uno dei periodi più delicati per la riproduzione delle trote – commenta Marco Pippi di Legambiente Umbria ed uno dei responsabili del gruppo di Gestione Ecosistemi acquatici della Valnerina – ed in Valnerina, sulle acque del fiume Nera e del Fiume Corno è facile osservare i letti di “frega” e stupendi esemplari di trota in attività riproduttiva”.

La riproduzione in natura delle trote – Quello riproduttivo è un periodo molto lungo e complesso, che avviene solitamente nei mesi invernali, in particolari zone dei corsi d’acqua. Inizia intorno al mese di novembre e prosegue fino a primavera inoltrata. Per riprodursi le trote compiono anche spostamenti talora notevoli risalendo i fiumi alla ricerca di habitat idonei, caratterizzati da zone ampie, con fondali non molto profondi e un substrato ciottoloso, con corrente sostenuta anche se non troppo violenta, in modo che l’acqua possa passare negli interstizi tra i ciottoli con i quali vengono ricoperte le uova deposte, ossigenandole adeguatamente.

Infatti le trote depongono le uova nel letto sassoso del corso del fiume. Trascorsi 45/50 giorni le uova schiudono, ma gli avannotti fuoriusciti impegnano ulteriori 40/45 giorni prima di assorbire il sacco vitellino da cui traggono nutrimento, per poi muoversi e nutrirsi autonomamente.

“E’ proprio per la fragilità della fase riproduttiva – spiega Marco Pippi – che la normativa regionale vieta, per un analogo periodo, tutte le attività antropiche, come la pesca, la navigazione, ma anche interventi idraulici in alveo, che possono compromettere irreversibilmente i processi riproduttivi”.

“Monitorare quindi i corsi d’acqua nel periodo riproduttivo, mappando anche le aree di frega – conclude Marco Pippi – è estremamente importante per raccogliere dati e informazioni utili alla gestione degli ecosistemi acquatici, valutare lo stato di salute ecologico dei fiumi della Valnerina, individuare adeguate misure di conservazione ed eventualmente definire le modalità e i regolamenti per ridurre la pressione sugli ecosistemi di tutte le attività antropiche, pesca e sport acquatici compresi”.